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di Atlante
Prezzi del Cacao alle Stelle: Il Cioccolato Diventa Introvabile
14 Maggio 2024
Atlante, azienda di Casalecchio di Reno, lancia un allarme riguardo all’aumento dei prezzi del cacao, che sta rendendo il cioccolato sempre più difficile da trovare sugli scaffali.
La siccità nei principali paesi produttori, l’invecchiamento delle piantagioni e la speculazione finanziaria sono i principali fattori di questa crisi.
Natasha Linhart, Amministratrice Delegata di Atlante, spiega le implicazioni di questa situazione in un’intervista al Corriere della Sera Bologna e offre suggerimenti su come affrontare la carenza di materia prima nel mercato del cioccolato.
«Prezzi alle stelle per il cacao, il cioccolato diventa introvabile»
L’allarme di Atlante, l’azienda di Casalecchio che ha un business di 15 milioni nel settore
Da Corriere della Sera Bologna – Alessandra Testa
14 maggio 2024
Atlante, azienda di Casalecchio di Reno che opera nella grande distribuzione come partner a cui si affidano le principali catene italiane e internazionali per la vendita di specialità alimentari di tutto il mondo, lancia l’allarme cacao.
Da settimane, anche nell’area metropolitana Bologna, gli scaffali vengono presi d’assalto e le tavolette di cioccolato, soprattutto a marchio dell’insegna del distributore, cominciano a scarseggiare. A segnalare la carenza della prelibata materia prima che sta portando i prezzi alle stelle e si sta già abbattendo su bar e piccoli esercizi commerciali che iniziano a non ricevere le consegne è Natasha Linhart, amministratrice delegata di Atlante.
Un’impresa che teme di perdere la metà del proprio budget: per Atlante il cioccolato produce un valore medio annuo di 15 milioni su un totale degli affari di 270 milioni di euro. «Il 75% del mercato del cacao — spiega l’ad — viene da Ghana, Costa d’Avorio e, in piccola parte, Nigeria. Oggi questi Paesi, da sempre caratterizzati da criticità di tipo politico, stanno vivendo una siccità senza precedenti che mette a rischio le colture tradizionali. A ciò si aggiungono l’invecchiamento delle piante, dei raccolti e una speculazione finanziaria da grossi player del mercato che rende insoddisfatti i contadini. A fronte di una domanda sempre crescente da parte dei consumatori, l’incremento del prezzo del cacao è arrivato all’80%».
«Le continue limitazioni sulla liquidità degli investitori — insiste Linhart — hanno spinto al ribasso il valore dei futures del cacao, rendendo il mercato ancora più vulnerabile a forti oscillazioni dei prezzi teorici, che non si riflettono sul prezzo reale di mercato. Con molti produttori e aziende produttrici di cioccolato che stanno già acquistando il seme di cacao per la prossima stagione, scegliendo di non onorare i contratti di fornitura al retail». Nel frattempo, anche le prospettive per i prezzi del cacao e del burro di cacao rimangono rialziste a causa della persistente incertezza delle forniture globali.
La conseguenza di questa tendenza è che in Italia — dove si commercializzano 80 mila tonnellate di cioccolato l’anno per un valore di vendita di 450 milioni di euro e dove il consumatore ha gusti molto ricercati e mai si accontenterebbe di acquistare prodotti surrogati al posto dei quasi due chili pro capite che gusta ogni anno – sono già sotto gli occhi dei cittadini più attenti: “Una barretta di cioccolato che fino a qualche mese fa costava un euro, oggi è in vendita anche a 4-5”.
“Si tende purtroppo a considerare questa crisi passeggera – analizza l’imprenditrice -, ma non è così.
Il deficit di materia prima per il 2024 è già del 10%, una percentuale che ammonta a circa 500 mila tonnellate di cacao su un mercato mondiale che nel 2023 era stato di 5 milioni per un valore di 30 miliardi di euro”.
“Certo, del cioccolato si può fare a meno – chiude Linhart – , ma rappresenta un’importantissima gratificazione per ognuno di noi. Ecco perché, suggerisco alla grande distribuzione di non sottovalutare questa crisi, che durerà almeno due anni, e di agire come farebbe un operatore di Borsa: prenotare il prodotto per tempo e assicurare la sua presenza sugli scaffali. Anche se più caro, il consumatore continuerà ad aver bisogno di serotonina per il proprio umore e continuerà ad acquistarlo.